DEMAGÓ: “ANIME DELLA PIOGGIA”,
THE MUSICWAY“Anime della pioggia”, secondo album della rock band umbra Demagó, capitanata da Emanuele Bruschi
“Anime della pioggia” si muove nei meandri della nostra mente, con otto brani: iconici, travolgenti, notevoli e introspettivi. Il disco dei Demagó rappresenta un autentico antidoto alla mediocrità indotta dai poteri forti, dall’apatia quotidiana, all’utilitarismo e all’egoismo più becero che sia mai esistito. I Demagó hanno svolto un lavoro meritevole di applausi, con un ritmo musicale sostenuto e appagante, mai scriteriato bensì estremamente avvolgente, appassionante e immersivo, addirittura per gli ascoltatori più esigenti. In questo nuovo lavoro discografico familiarizzeremo con il consueto e avvincente stile musicale dei Demagó: cantautoriale, alternative rock, attualmente un pizzico di noise, il tutto amalgamato in un comparto audio: pregevole e di rinnovata efficacia tecnica: con batteria e chitarre elettriche ragguardevoli, non manca un Bruschi: eccelso, incontestabile e incontrovertibile. L’album confluisce anche in momenti sonori epici che fanno da contraltare a ritmi serrati e compressi, in una sorta di montagne russe sonore che ben si sposano con il fascino sinistro e la dolcezza dei testi. Le tematiche affrontate in effetti sondano in profondità l’animo umano, e più spesso l’animo dell’universo femminile, cercando di tracciarne uno spaccato reale e profondo. Ogni fase della vita è segnata da orizzonti da scoprire e difficoltà da superare, dalla speranza e la meraviglia di una nuova nascita, attraverso i tormenti e le gioie di un’età implacabile come l’adolescenza, fino ad arrivare a descrivere i rapporti di coppia e la drammaticità insita in alcune scelte che non dipendono più da noi stessi, ma da gente di potere che ha la presunzione di decidere al posto nostro. Alla fine di tutto, una parola echeggia continuamente tra vette di dolore e abissi di felicità: l’amore, nelle sue infinite declinazioni, sembra essere la risposta che può aprire ad uno scenario degno di essere vissuto. Forse l’unico possibile.